Quando si pronuncia la parola “icona”, la maggior parte delle persone annuisce distrattamente.
Quando si pronuncia la parola “icona”, la maggior parte delle persone annuisce distrattamente.
Ma quando dici “Naomi Campbell”, la stanza si ferma.
Non ha bisogno di presentazioni. Lei è un’epoca.
E ora, dopo quasi quattro decenni nel mondo della moda, Naomi dimostra ancora una volta che le leggende non scompaiono — si reinventano.
Per il numero di ottobre di Vogue Hong Kong, intitolato “Model Issue”, la supermodella posa su due copertine diverse, immortalata dal celebre duo Luigi & Iango.
Non è semplicemente un servizio fotografico: è un manifesto visivo di forza matura e gusto impeccabile.
Naomi, vestita con look firmati Gucci e curati dallo stylist Sean K, appare come una donna che ha vissuto cento vite — e in ognuna di esse è stata al vertice.
Su una delle copertine, Naomi indossa un cappotto color viola chiaro, gettato con nonchalance sopra un body trasparente di pizzo color lavanda, completato da una gonna di seta verde lime con dettagli in pizzo.
Il contrasto è audace, quasi provocatorio.
Non è solo moda — è il linguaggio della sicurezza di sé, quello che parlano le donne che sanno essere diverse ogni volta.
Ai piedi, décolleté a punta: l’accento finale, dove dolcezza e forza convivono nello stesso scatto.
Sull’altra copertina, l’energia cambia completamente.
Un ensemble marrone, una voluminosa eco-pelliccia e, come tocco finale, un berretto da baseball neutro che trasforma il lusso in naturalezza.
Questa è Naomi che sa chi è.
Non cerca di piacere — semplicemente esiste, e il mondo applaude.
Il trucco firmato da Angloma e l’hairstyling di Lorenzo Barcella esaltano la naturale carisma della modella: tonalità calde, pelle luminosa, uno sguardo che sembra dire — “sì, sono ancora qui, e gioco secondo le mie regole”.
In un’industria in cui i nomi nascono e svaniscono in un istante, Naomi resta una costante.
Le sue ultime campagne per Pucci e altri brand sono la prova che l’età non ha nulla a che fare con l’influenza.
Non ha semplicemente “superato” la moda — l’ha definita.
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